Quando prendon riposo

"Quando prendon riposo" is written and composed by Benedetto Ferrari. It is contained in Book II of his Musiche Varie, published in 1637.[1][2]

Musiche varie
by Benedetto Ferrari
Musiche varie a voce sola, book one
Musiche varie a voce sola, book one
Full titleMusiche varie a voce sola
Libretto
Published1633–1641

It appears on the following album:

Year Album Ensemble Conductor
2003 Musiche Varie (Album) Ensemble Artaserse Philippe Jaroussky

Libretto

Quando prendon riposo
(When wretched mortals rest)

from  Musiche Varie, Book II
Benedetto Ferrari (music),  Benedetto Ferrari (words)


Modern Italian

1
Quando prendon riposo
i miseri mortali
Allhor mesto e doglioso
vo piangendo i miei mali
Quand’altri si tranquilla
frà le morbide piume
Vo cercando Lilla
e de begli occhi il lume.

Ahi che bramo o desio se non si suole
Fra le tenebre mai veder il sole.

2*
Chiuso è l’albergo amato
& io son qui di fore;
per pietà del mio stato
spezza quei sassi amore?
fà, ch’io giunga à quel letto
ove Lilla s’annida;
vegga’l trafitto petto,
oda l’altre mie strida;

ahi che chiedo, oh vogl’io, s’in cielo mai
non si ponno potrar ferite, ò guai

3
Lasso; che far degg’io?
più tosto che partire,
s’io non veggo il ben mio,
vuò qui proprio morire;
ma la cruda per questo
non si muove, ò risente,
ed’io qui’ntanto resto
solitario, e dolente;

ahi che giunto nel cielo i Dei sospiro,
e ne i regni del Sol il Sol non miro.

4
Partite ombre rubelle,
Notte per me non fai;
Non curo le tue stelle,
Vuò del mio Sole i rai;
Ma sorda, quanto nera
Viè più d’ombre t’ammanti,
E vai schernendo altera
I miei dogliosi pianti;

Ahi notte avversa alle dolcezze mie,
Chieggo de’ torti tuoi giustitia al die.

Ancient Italian (Original)

1
Qvando prendon riposo1
i miseri mortali
allhor mesto e doglioso
vo piangendo i miei mali
quand’altri si tranquilla
frà le morbide piume
io vò cercando Lilla
e de begli occhi il lume.

Ahi che bramo ò desio se non si suole
frà le tenebre mai veder il Sole.

2*
Chiuso è l’albergo amato
& io son qui di fore;
per pietà del mio stato
spezza quei sassi amore?
fà, ch’io giunga à quel letto
oue Lilla s’annida;2
vegga’l trafitto petto,
oda l’altre mie strida;

ahi che chieggio, ò vogl’io, s’in cielo mai3
non si ponno potrar ferite, ò guai

3
Lasso; che far degg’io?
più tosto che partire,
s’io non veggo il ben mio,
vuò qui proprio morire;
ma la cruda per questo
non si muoue, ò risente,4
ed’io qui’ntanto resto
solitario, e dolente;

ahi che giunto nel cielo i Dei sospiro,
e ne i regni del Sol il Sol non miro.

4
Partite ombre rubelle,
notte per me non fai;
non curo le tue stelle,
vuò del mio Sole i rai;
ma sorda, quanto nera
viè più d’ombre t’ammanti,
e vai schernendo altera
i miei dogliosi pianti;

ahi notte avversa alle dolcezze mie,
chieggo de’ torti tuoi giustitia al die.5
[2]

1) "qvando" → "quando"
2 "oue" → "ove"
3) “chieggio”: obsolete, also poetic for “chiedo”[3]
4) “muoue” → “muove”.
5) “chieggo”: obsolete, also poetic for “chiedo”[4]

*) On the album Musiche Varie, the third verse is omitted.

Manuscripts and sheet music

 
Beginning of "Quando prendon riposo"[2]
  • "Benedetto Ferrari". IMSLP. Retrieved September 21, 2021.

References

  1. "Benedetto Ferrari". OPAC. Retrieved September 21, 2021.
  2. 2.0 2.1 2.2 "Benedetto Ferrari, Musice Varie, Book two: RISM A/I: F 266". IMSLP. Retrieved September 28, 2021.
  3. "chieggo". Wiktionary. Wikipedia. Archived from the original on September 30, 2021. Retrieved September 30, 2021.
  4. "chieggio". Wiktionary. Wikipedia. Archived from the original on September 30, 2021. Retrieved September 30, 2021.