1
Quando prendon riposo
i miseri mortali
Allhor mesto e doglioso
vo piangendo i miei mali
Quand’altri si tranquilla
frà le morbide piume
Vo cercando Lilla
e de begli occhi il lume.
Ahi che bramo o desio se non si suole
Fra le tenebre mai veder il sole.
2*
Chiuso è l’albergo amato
& io son qui di fore;
per pietà del mio stato
spezza quei sassi amore?
fà, ch’io giunga à quel letto
ove Lilla s’annida;
vegga’l trafitto petto,
oda l’altre mie strida;
ahi che chiedo, oh vogl’io, s’in cielo mai
non si ponno potrar ferite, ò guai
3
Lasso; che far degg’io?
più tosto che partire,
s’io non veggo il ben mio,
vuò qui proprio morire;
ma la cruda per questo
non si muove, ò risente,
ed’io qui’ntanto resto
solitario, e dolente;
ahi che giunto nel cielo i Dei sospiro,
e ne i regni del Sol il Sol non miro.
4
Partite ombre rubelle,
Notte per me non fai;
Non curo le tue stelle,
Vuò del mio Sole i rai;
Ma sorda, quanto nera
Viè più d’ombre t’ammanti,
E vai schernendo altera
I miei dogliosi pianti;
Ahi notte avversa alle dolcezze mie,
Chieggo de’ torti tuoi giustitia al die.
Ancient Italian (Original)
1
Qvando prendon riposo1
i miseri mortali
allhor mesto e doglioso
vo piangendo i miei mali
quand’altri si tranquilla
frà le morbide piume
io vò cercando Lilla
e de begli occhi il lume.
Ahi che bramo ò desio se non si suole
frà le tenebre mai veder il Sole.
2*
Chiuso è l’albergo amato
& io son qui di fore;
per pietà del mio stato
spezza quei sassi amore?
fà, ch’io giunga à quel letto
oue Lilla s’annida;2
vegga’l trafitto petto,
oda l’altre mie strida;
ahi che chieggio, ò vogl’io, s’in cielo mai3
non si ponno potrar ferite, ò guai
3
Lasso; che far degg’io?
più tosto che partire,
s’io non veggo il ben mio,
vuò qui proprio morire;
ma la cruda per questo
non si muoue, ò risente,4
ed’io qui’ntanto resto
solitario, e dolente;
ahi che giunto nel cielo i Dei sospiro,
e ne i regni del Sol il Sol non miro.
4
Partite ombre rubelle,
notte per me non fai;
non curo le tue stelle,
vuò del mio Sole i rai;
ma sorda, quanto nera
viè più d’ombre t’ammanti,
e vai schernendo altera
i miei dogliosi pianti;
ahi notte avversa alle dolcezze mie,
chieggo de’ torti tuoi giustitia al die.5
1) "qvando" → "quando" 2 "oue" → "ove" 3) “chieggio”: obsolete, also poetic for “chiedo”[3] 4) “muoue” → “muove”. 5) “chieggo”: obsolete, also poetic for “chiedo”[4]
*) On the album Musiche Varie, the third verse is omitted.