Chi non sà come amor come Fortuna
Strazi un cor che più di lor si fida
Come questa saetti e quello ancida
Né l'un né l'altro abbian fermezza alcuna
Giri a me gli occhi in cui di mal s'aduna
Quanto Pandora accoglie e Stige annida
Anzi pur cede Averno all mie strida
Com’a vermiglio sol pallida luna
A questo rischio va chi s'innamora
Così va chi per donna incenerisce
Chi per colpa d'un ciglio il cor distrugge
Chi nell'oro d'un crin impoverisce
Ahi che tallor ben spesso più veloce
Che rapida saetta
Corre misero amante
Dal cielo d'un bel volto al crudo inferno
E dalle mamme intatte
D'un ocean di latte
A cui l'alme fan sponde
Sdrucciola alle voragini profonde
Io per prova il sò lo io appresi io l'intesi
Nella scola del pianto
Quando mi lesse amor
Ahi! dura sorte
Sulla rigida catedra di morte
Io far fede ne posso a chi m'ascolta
Che d'amor speculante
Trovo ancor duo soli
E singulari oggetti
Al secol nostro
Degni d'eterna fama
E d'un eterno honore
La beltà del mio sol è'l mio dolore
Cinto d'ardenti e fervidi sospiri
E del gelo freddissimo vestito
Dell’empia gelosia
Sciolta dal caro suo amato impaccio
Sembra Prometeo ognor l’anima mia
Esposta al vento e condennata al ghiaccio.
Lacerato il mio core
Dal rostro pungentissimo d’amore
Tolgo Titio più misero
Ed infelice intanto,
All’altro Titio il vanto
O voi che lieti e fortunati in pace
Dagli lacci d’amor sciolti ne gite
La bella libertà seguite pur seguite
Troppo grave è lo stato
d’un cor innamorato;
Son troppo insopportabili le pene
Dell’amorose e rigide catene,
Io che lontano dal mio Sol mi trovo
Sceglio la lontananza
E gli altri lascio amorosi tormenti
Che mille morti ha nel suo regno amore
Cui tutte pose in questo petto afflitto;
Vedovo e sconsolato peregrino
D’ogni mia gioia in bando
Quinci e quindi vagando
Col dardo in petto e colla morte in fianco
Qual credete che sia
La dura vita mia
Grondar a goccia a goccia
Gocciar a stilla a stilla
L’una e l’altra pupilla
Spirar e sospirare,
In respiro gelato,
In sospiro cocente,
Il cor innamorato,
Lo spirito dolente,
Tormentar e languire,
Morir senza morire,
Morir vivendo e vivere morendo.
Or si che posso dire
Che chi semina amor pianto ricoglie,
Or si che posso dire
Primavera d’amor del verno figlia
E che più che sovente
Non è sol duce degli amanti amore
Or si che posso dire
Oimé ch'il crudo stampa
Con dolce ferro amara piaga
E dà le chiavi del riso in mano al pianto
Unisce al ciel delle dolcezze intanto
Dell'averno le porte
E chi serve ad amor
Serve alla morte.